Volantino comontista contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia a proposito della manifestazione del 12 dicembre 1972 a Milano. Senza data e luogo, quasi di certo Milano nel dicembre 1972.
vedi anche:
Agli sciacalli di “Avanguardia operaia”
Volantino (e appunti) contro Avanguardia operaia
Avere per fine la verità pratica
Comunicato comontista contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia
COMUNICATO AI PROLETARI
È noto ad ogni sincero proletario come l’odio e la calunnia abbiano sempre seguito da vicino ogni attività effettivamente rivoluzionaria.
Pertanto noi comontisti non ci siamo mai stupiti, e nemmeno rammaricati, che tale sorte fosse pure a noi riservata, traendo anzi da ciò ulteriore stimolo per radicalizzare ulteriormente le nostre pratiche.
Ma siamo anche ben coscienti del fatto che la calunnia e la delazione vogliono raggiungere il risultato di ostacolare, se non soffocare, la nostra attività anche fisicamente, quando non poliziescamente e penalmente.
E siamo altrettanto coscienti che questi metodi, fatto ben più grave, hanno il fine preciso e politico di frastornare i proletari e di mortificarne la rabbia gettando discredito sulla violenza antilavorativa e antisociale e creando cordoni sanitari intorno alle forze fattualmente rivoluzionarie; si intende così calunniare il comunismo reale per fornirne in suo luogo una immagine burocratica, produttivistica, autoritaria e noiosa.
Pertanto smascherare calunnie e calunniatori è indispensabile, soprattutto per bloccarne il fine politico, in specie quando menzogne e/o delazioni raggiungono una virulenza ed una vastità di diffusione tali da poter essere realmente (cioè sul terreno dello scontro di classe e non al livello di amministrazione di ideologie) di ostacolo e di danno all’espandersi delle pratiche rivoluzionarie.
Per quanto riguarda noi comontisti, ciò è avvenuto quando l’Espresso ha ripreso un articolo apparso su Avanguardia Operaia, organo di un omonimo gruppo che opera sul mercato dell’ideologia falsamente “estremista”. In tale articolo costoro, che furono tra i primi diffusori di calunnie nei nostri confronti, ripetono stancamente, anche se con particolare violenza, le consuete accuse: cioè di manifestare una violenza irresponsabile e di essere quindi una congrega di provocatori, nonché pagati dalle questure, fascisti, drogati (!?), agenti di polizia, spie, etc., costituitasi in gruppo (?), tal “COMMONTISMO” (?). E di aver agito in quanto tali in occasione dei tumulti proletari del 12 dicembre scorso a Milano.
La gravità, oltre alla particolare stupidità di tali calunnie non è superiore a quella manifestatasi in altre occasioni; tuttavia tre motivi ci spingono a prendere per la prima volta pubblicamente posizione contro di esse:
– la pubblicità data alle calunnie da un giornale della diffusione de l’Espresso ci impone di prendere pubblicamente (nel senso: a livello di pubblica opinione) la parola contro i calunniatori.
– vogliamo evitare che si crei intorno ai comontisti quel clima di linciaggio morale che rese il gruppo “XXII Marzo”, e Valpreda in particolare, facili bersagli di una reale provocazione poliziesca.
– vogliamo rendere chiaro come i metodi stalinisti usati da quelle organizzazioni, sedicenti rivoluzionarie, che vivono la logica del racket, rivelino la loro collocazione antirivoluzionaria, poiché ripropongono rapporti essenzialmente capitalisti, cioè di tipo mafioso, per cui la calunnia e la delazione divengono strumenti fondamentali.
Sarà compito di tutti gruppi e di tutti i compagni singoli che non condividono questo tipo di pratiche anticomuniste e tendenti a gettare calunnie nei confronti non solo di alcuni rivoluzionari, ma della rivoluzione stessa, prendere pubblica posizione, sia dando risalto al nostro comunicato, sia mettendo sotto accusa la logica della diffamazione ed i loro diffusori.
D’altra parte, nella misura in cui siamo assolutamente CERTI della coerenza e trasparenza rivoluzionaria dei nostri compagni ed altrettanto CERTI della malafede dei nostri accusatori così come della infondatezza delle calunnie
– sfidiamo le organizzazioni che, ufficialmente e/o come presa di posizione del singolo militante, da anni alimentano il flusso di calunnie che ciclicamente ci investe, A DARE FINALMENTE RAGIONE DELLE LORO MENZOGNE. Questo confronto dovrà avvenire a livello di PROVE CONCRETE e di FATTI INEQUIVOCABILI. Pertanto sfidiamo costoro ad organizzare una PUBBLICA ASSEMBLEA in cui essi dovranno PROVARE (il che sappiamo già fin d’ora essere impossibile) le infami accuse contro i comontisti e/o alcuni di loro e GIUSTIFICARE la loro pratica anticomunista di delazione alle polizie, pratica che li unisce a tutti gli organi di stampa dichiaratamente borghesi e riformisti.
– Li sfidiamo, del pari, a pubblicare questo nostro comunicato sulla loro stampa.
Il loro silenzio e la loro eventuale non disponibilità su questo terreno renderà chiaro a chiunque qual è la base e quale il fine di questa grossa montatura provocatoria.
A quel punto sarà nostro piacere, e dovere di ciascun sincero proletario, ricacciare in gola ai calunniatori le loro verminose diffamazioni.
Da parte nostra, secondo la trasparenza che sinora ci è stata abituale solo con gli effettivi compagni, siamo disposti a dibattere pubblicamente ogni fatto inerente le accuse specifiche, così come stiamo approntando un opuscolo in cui tutte queste questioni (ed in specie la manovra politica che vi è sottesa) verranno organicamente affrontate, di modo che tutti i rivoluzionari (o quanto meno le persone sincere) possano essere totalmente informati, in modo da poter assumere posizione inequivoca.
D’altra parte, però, sottolineiamo il fatto che con costoro NON SIAMO DISPONIBILI ad alcun confronto politico e teorico, poiché rifiutiamo il terreno del maneggio politico e burocratico in cui essi sguazzano e poiché l’irreversibile nostro giudizio teorico sul mercato delle ideologie (anche “sinistre”), sulla loro funzione nella conservazione del dominio materiale del capitale, sulle miserie dei rackets che intendono porsi come amministratori del proletariato per fondare il LORO potere sul CONTROLLO del proletariato.
La rivoluzione sarà festa liberatoria per i proletari poiché infine i proletari si sbarazzeranno di tutti i loro persecutori, ideologi e falsi “tutori” compresi.
Da parte nostra, quindi, nessuna disponibilità al DIALOGO con i calunniatori, i burocrati mafiosi, gli ideologi di un comunismo fasullo e realmente capitalista; da parte nostra esiste solo la volontà di dimostrare una volta per tutte, ai proletari ottenebrati dalle mistificazioni e dalle ideologie, che i NOSTRI METODI NON SONO QUELLI DEI NOSTRI ACCUSATORI, che LA RIVOLUZIONE ED I RIVOLUZIONARI HANNO SEMPRE PER FINE PRATICO LA VERITÀ.
I COMONTISTI